mercoledì 26 febbraio 2020

La bizzarria delle statistiche quando si tralascia l'importanza dei valori assoluti

Un'altra cosa che mi affascina, leggendo i giornali, è la solerzia con cui adesso, ad allarme sfociato nel panico, si cerca in tutti i modi di convincere la gente che il coronavirus non sia così letale come è stato ipotizzato all'inizio dell'epidemia in Cina.

Però i numeri, bizzarramente, si prestano sempre a più di una interpretazione, e anche nel caso in cui vengano usati per dimostrare che il virus non è letale, possono magicamente dimostrare anche il contrario.

Ad esempio qui si dice che:
- il 95% dei malati guarisce
- il tasso di mortalità in Cina è del 2,1% e nel mondo dello 0,16%
- l'80% dei contagiati ha sintomi così leggeri che neppure si accorge di essere stato contagiato.


Partendo da questi dati possiamo osservare che:
- se il 25% degli italiani venisse contagiato avremmo 14.000.000 di contagiati;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 2.800.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 58.800 decessi (per dire, sono tutti gli abitanti di Savona o di Matera);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 4.480 decessi.

Possiamo anche diminuire di molto il numero di contagiati:
- se il 10% degli italiani venisse contagiato avremmo 5.600.000 persone contagiate;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 1.120.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 23.520 decessi (Ivrea o Frascati);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 1.792 decessi.

Ora, questi numeri possono anche essere rassicuranti, ma fanno capire che anche una percentuale alta (il 95%), se applicata ad un numero altrettanto alto (56.000.000 di abitanti) lascia fuori 2.800.000 persone, che poche non sono.

Perché quello che ancora non ho letto da nessuna parte è che ha poca importanza il numero dei contagiati con sintomi rilevanti, ha poca importanza il numero di decessi, mentre ha un'importanza FONDAMENTALE sapere quante persone vengono contagiate e non sviluppano la malattia, e quanto è diffuso, in questo momento il virus in Italia.

Due risposte che, ad oggi e forse mai, nessuno conosce.

P.S.: dite a Luna che ad oggi, in Italia, i decessi sono 12 su 374 casi, per una percentuale del 3,20%. Se i 374 infetti fossero il 20% del totale, ci sarebbero 1.870 infetti. 374 decessi su 1.870 casi fa lo 0,61%. Chissà da dove viene lo 0,16% di cui parla nel suo articolo. E una mortalità dello 0,61% su 1.120.000 infetti darebbe 7.187 vittime. A me continuano a non sembrare numeri tranquillizzanti.

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