lunedì 24 febbraio 2020

Numeri ed opinioni

Normalmente ho un atteggiamento agnostico verso qualsiasi argomento, fanno eccezione alcuni interessi personali specifici che però non credo possano alterare il giudizio complessivo: voglio dire, il fatto che io sia appassionato di fantascienza, del cinema di Kubrick e di cucina è irrilevante, dovendo parlare dell'epidemia di paura che sta montando in Italia.

I numeri dovrebbero essere uno degli alleati migliori per analizzare un fenomeno senza lasciarsi condizionare dall'emotività, anche se sappiamo bene che la scelta dei numeri da cui partire per l'analisi può condizionare in modo decisivo le conclusioni dell'analisi stessa.

Prendiamo ad esempio i dati forniti dal Ministero della Salute sul virus "2019- nCoV". Al 23/2, a livello globale, il numero di morti è di 2.461 e quello dei casi confermati è di 78.764. La percentuale di decessi è del 3,12%. In Cina i morti sono 2.445 su 77.041 casi, ovvero il 3,17%. Nel resto del mondo si contano 16 morti su 1.723 casi confermati, quindi meno dell'1% di mortalità. Qui http://who.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/c88e37cfc43b4ed3baf977d77e4a0667 con dati più aggiornati, i decessi sono 2.618 su 79.336 casi, il 3,29%. SARS nel 2003 fece 801 morti su 8.465 casi segnalati nel mondo: https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/map2003_04_09.jpg quindi il 9,46%. Il contenimento avvenne in pochi mesi, compresi tra il 13/03/2003 (data in cui venne ufficialmente dichiarata l'epidemia) ed il 05/07/2003 (data in cui l'OMS dichiarò l'epidemia contenuta in ogni parte del mondo https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/polm-atip). MERS-CoV fece 624 vittime su 1.616 casi accertati, il 38,61%: https://www.epicentro.iss.it/infettive/Coronavirus2013

I numeri sembrano indicare, di conseguenza, una minor letalità di "2019 - nCoV" rispetto a SARS e MERS. Questo significa che possiamo preoccuparci di meno? Probabilmente no, visto che il numero di decessi totali per "2019 - nCoV" è già oggi più del triplo di SARS, mentre il numero di casi accertati è dieci volte più grande. Evidentemente le misure di contenimento adotatte con SARS furono più efficaci o il virus era meno capace di infettare le persone, per cui i numeri rimasero tutto sommato bassi.

Veniamo al confronto con l'influenza stagionale. Nel 2019 i casi accertati furono 8.104.000 solo in Italia, certamente sottostimati a causa dei sintomi confusi con altre malattie virali e alla scarsa necessità di assistenza medica. Il numero di morti diretti causate è nell'ordine di 300-400 persone. Un tasso di mortalità pari allo 0,005%. Se si allarga l'esame alle morti dovute a complicanze causate dai virus influenzali (tra i 4.000 e i 10.000 decessi annui stimati) il tasso di mortalità sale allo 0,12%. Ventisette volte più basso di "2019 - nCoV": https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-02-20/coronavirus-influenza-stagionale-7136419/

Il problema di "2019 - nCoV", quindi, è da una parte una mortalità più alta dell'influenza stagionale, dall'altra la mancanza di strumenti efficaci per contrastarlo. Anche volendo ampliare il numero di contagiati (per comprendere chi ha accusato solo sintomi lievi e non ha avuto la necessità di rivolgersi ad un medico o ad un ospedale) riducendo così la percentuale dei decessi, non cambia un dato di fatto: "2019 - nCoV" è in grado di infettare un numero di persone più alto rispetto all'influenza stagionale (perché non esistono vaccini e perché il virus è nuovo, quindi nessuna persona contagiabile possiede gli anticorpi necessari ad impedire l'infezione) per cui, se non verrà contenuto in tempi relativamente rapidi, causerà un numero di morti sicuramente superiore all'influenza stagionale.

Se anche la mortalità di "2019 - nCoV" fosse al massimo pari a quella dell'influenza stagionale avremmo tra i 4.000 e i 10.000 decessi in più rispetto alla "normalità", cosa che non mi sembra affatto il caso di minimizzare.

Affermare che l'influenza fa molti più morti è vero, se si ragiona oggi sul numero assoluto di persone decedute. Ma è una cretinata assoluta se non si considera il fatto che il numero di casi accertati di "2019 - nCoV" è ridicolmente più basso, per cui bisognerà vedere quanti saranno i morti se il virus arriverà ad infettare 8 milioni di persone (spoiler: il 2% di 8.000.000 è 160.000, quindi tra QUARANTA e SEDICI volte più grande).

Un altro paragone interessante può essere quello con l'alcol. In Italia si stimano 33,6 milioni di consumatori (il 60% degli abitanti circa) per una media di 43.500 decessi annui causati direttamente o indirettamente dall'uso di alcol. La percentuale di decessi è 0,13%, pari a quella dell'influenza stagionale, ma il numero totale è da quattro a dieci volte più grande: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=66797

Il fumo (https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_settembre_16/italia-fumo-causa-83mila-decessi-l-anno-prima-causa-morte-6c387a82-5c5c-11e5-83f0-40cbe9ec401d.shtml) dovrebbe essere responsabile di 83.000 decessi annui su 10,3 milioni di fumatori, per una percentuale di decessi pari allo 0,8%, quindi sei volte più grande di quella dell'influenza stagionale o dell'alcol.

Le classifiche di pericolosità per l'Italia, quindi, sono: in termini di numero di morti assoluti 83.000 fumo 43.500 alcol 4-10.000 influenza stagionale 4 "2019 - nCoV"

In termini di percentuali: 2,68% "2019 - nCoV" 0,8% fumo 0,13% alcol 0,12% influenza stagionale

Per dirla in altri termini: se "2019 - nCoV" infettasse un numero di persone pari ai consumatori di alcol causerebbe 900.000 decessi contro i 43.500 dell'alcol. Ecco, forse in questo modo si riesce a capire la differenza di pericolosità di "2019 - nCoV".

Ad oggi il numero di decessi è basso perché è basso il numero di contagiati, non perché "2019 - nCoV" è meno letale dell'influenza stagionale.

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