domenica 8 marzo 2020

Fare uno più uno non è "scienza missilistica"

Proviamo a spiegarla semplice, per chi non è in grado di correlare le informazioni che si possono reperire ormai ovunque, anche se si tratta di un esercizio che potrebbe fare chiunque, e se nessuno o quasi tira fuori queste riflessioni è chiaro che la capacità media di analizzare i dati è ad un livello imbarazzante.

Premessa indispensabile: chi vi presenta i dati sotto forma di percentuali e non di valori assoluti vi sta volutamente prendendo per il culo.

Chi si limita a fare proiezioni lineari sui dati riguardanti gli infettati, i morti e i guariti, vi sta prendendo per il culo.

Dati di fatto:
- in Italia ci sono 5.090 posti di terapia intensiva (quella in cui vengono ricoverati gli infetti che non sono più in grado di sostenere autonomamente la funzione respiratoria), 3.000 posti in pneumologia, 3.000 in malattia infettive, posti che si cercherà di raddoppiare nei prossimi giorni
https://www.ilsole24ore.com/art/nascono-ospedali-covid-2019-piu-letti-terapie-intensiva-e-medici-altre-regioni-AD8FCu

- normalmente, ovvero quando non ci sono epidemie in corso, la capacità residua del sistema sanitario è pari a circa il 40% della disponibilità totale, quindi 4.500 posti letto su 11.000;

- sono già state indicazioni ai rianimatori ed anestesisti sulle priorità da assegnare ai pazienti nel caso in cui le risorse disponibili fossero in esaurimento, con l'ovvia scelta di concentrare gli sforzi sui pazienti che oggettivamente sono in grado di superare la malattia
https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_07/coronavirus-regole-rianimatori-anestesisti-l-emergenza-df6d0406-609d-11ea-8d61-438e0a276fc4.shtml

- altri quotidiani ne parlano con toni volutamente scandalizzati, ma si tratta di routine nella gestione delle emergenze
https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/coronavirus_terapia_intensiva_ipotesi_choc_scelta_eta-5097467.html

- ad oggi il "sistema" regge, ma è ovviamente un problema di numeri. Più crescerà il numero di infettati più crescerà il numero di persone che avranno bisogno di entrare in terapia intensiva. Quindi non è un problema di percentuali, ma di valori assoluti.
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_02/coronavirus-la-rete-terapie-intensive-reggera-l-impatto-40f79cca-5ca9-11ea-9c1d-20936483b2e0.shtml

- il decreto che prevede l'assunzione di 20.000 tra medici, infermieri ed operatori è un altro segnale preciso circa le prospettive future, perché da un lato le assunzioni serviranno a potenziare il numero di pazienti che sarà possibile assistere, dall'altra dovrà tamponare le defezioni obbligate causate dal personale medico che inevitabilemnte verrà infettato e dovrà andare in quarantena o in terapia (il 6 marzo il numero di sanitari positivi o in quarantena era di 200/250 persone);

- oltre al personale si guarda ovviamente alle strutture in cui ospitare i pazienti, prevedendo la possibilità di requisire alberghi, materiale sanitario;

- parallelamente, ma si tratta di un provvedimento parziale e temporaneo, vengono spostati i pazienti in terapia intensiva ma non affetti da coronavirus in altre regioni
https://www.ilsole24ore.com/art/nascono-ospedali-covid-2019-piu-letti-terapie-intensiva-e-medici-altre-regioni-AD8FCu

- per altro, oltre ai medici ed alle strutture, è stato avviato l'iter per acquistare i macchinari necessari a sostenere le terapie
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/03/08/news/coronavirus_maxicontratto_per_produrre_500_ventilatori_polmonari_al_mese-250622720/?ref=RHPPTP-BH-I250631242-C12-P7-S2.3-T1

- per finire, qualche medico inizia a raccontare le cose senza filtri, facendoci capire cosa ci aspetta
https://www.huffingtonpost.it/entry/rabbrividisco-per-chi-ignora-le-raccomandazioni-la-guerra-e-esplosa-il-post-del-medico-su-fb_it_5e64b61ac5b6055728064137?utm_hp_ref=it-homepage

- le zone rosse sono diventate regioni arancioni e si è passati da una manciata di comuni ad una regione intera più diverse provincie di altre quattro regioni, per più di 16 milioni di italiani coinvolti.

- il numero di contagiati è in aumento;

- non esiste un vaccino, non esistono cure, l'unica terapia è il sostegno delle attività vitali.

Tutto questo cosa significa?

Essenzialmente che la narrativa per cui questo virus era poco più di una normale influenza (chi si ricorda le affermazioni per cui dovremmo preoccuparci di più dell'influenza stagionale, dei fulmini, del fumo o altre amenità del genere?) si è rivelata per quello che era, ovvero un patetico tentativo di tranquillizzare le persone, funzionale nel momento in cui è stata utilizzata, ma ormai superata.

Allo stesso modo il giochino per cui si ragiona di percentuali è ormai alla corda, perché quello che si deve valutare è l'impatto del numero di contagiati che richiedono assistenza ospedaliera sul sistema sanitario: è inutile dire che "solo" il 10% dei contagiati necessita di un ricovero in terapia intensiva senza specificare che se ad oggi stiamo parlando di 462 pazienti, domani potrebbero molti di più, perché i casi accertati sono solo 4.600 e siamo ben lontani dal picco.

Ora, alla luce di tutte queste informazioni, a che serve prendere provvedimenti parziali e/o limitati a poche zone geografiche?

Per evitare il collasso del sistema sanitario ed un numero di decessi elevato è necessario fare di tutto per limitare al massimo la diffusione del coronavirus, imponendo da subito un regime di quarantena obbligatorio esteso a tutta la nazione.

Non si vuole fare subito? Ci si arriverà per forza, man mano che aumenteranno i casi positivi. Forse sarebbe il caso di anticipare il momento in cui le decisioni dovranno essere prese in emergenza, perché le possibilità di far scoppiare il panico sarebbero veramente alte.

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