giovedì 4 aprile 2019

La perseveranza degli incapaci.

"Sappiamo quello che stiamo facendo.": con queste parole che esprimono e sintetizzano in modo inequivocabile la superficialità e la presunzione di chi le ha pronunciate, uno dei vice premier ha commentato le critiche che il resto del mondo, compatto, ha espresso nei confronti della politica economica Italiana.

Del resto è inevitabile, quando si è guidati nelle scelte politiche dalla volontà di sovvertire le regole solo perché sono state scritte da "quelli di prima", demonizzati ed accusati di qualsiasi nefandezza in campagna elettorale, che tutto si basi sulla cieca applicazione di un principio basato sul nulla.

Se non stessimo parlando di decisioni e di azioni che hanno ed avranno sempre di più un impatto profondo sullo stato del Paese, sarebbe un atteggiamento da giudicare con quella benevolenza che si riserva ai bambini, quando si impuntano per capricci o voglie a cui gli adulti a malapena riescono a prestare attenzione.
La banalizzazione dei concetti, purtroppo, è uno dei tratti predominanti di questo Governo. La semplificazione spinta all'estremo, unita ad una sostanziale ignoranza dei temi e delle dinamiche di politica economica, rende impossibile perfino un qualsiasi tentativo di dialogo. Quando le risposte arrivano per slogan e si limitano alla ripetizione ossessiva di concetti banali e soprattutto non attinenti alle domande, diventa chiaro che il modus operandi di questi signori non è determinato da una visione alternativa o eretica che nasce dall'analisi di dati oggettivi e condivisi, ma che si tratta di semplici azioni di rottura, che probabilmente hanno come fine quello di stressare il sistema fino al punto di ottenere dei benefici indiretti, puntando sulla volontà degli altri presenti al tavolo di evitare di sprofondare nel baratro. La puntata, insomma, viene fatta non sulle proprie capacità, ma sulle altrui paure. Anche in questo caso, mettendo in pratica un ragionamento infantile, emotivo, superficiale.

Da una parte, quindi, non si perde occasione per attaccare gli altri Paesi della UE, le istituzioni Europee, e tutti gli organismi sovranazionali che giudicano in modo negativo le scelte del Governo Italiano, dall'altra si spera che saranno proprio questi, quando sarà chiaro che l'Italia sta viaggiando allegramente verso il baratro, a tirarci fuori dai guai.

Ovviamente non sarà così, nessun Paese muoverà un dito se non per salvaguardare i propri interessi, come si fa tra adulti consapevoli e capaci di autodeterminazione.

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