Proviamo a spiegarla semplice, per chi non è in grado di correlare le informazioni che si possono reperire ormai ovunque, anche se si tratta di un esercizio che potrebbe fare chiunque, e se nessuno o quasi tira fuori queste riflessioni è chiaro che la capacità media di analizzare i dati è ad un livello imbarazzante.
Premessa indispensabile: chi vi presenta i dati sotto forma di percentuali e non di valori assoluti vi sta volutamente prendendo per il culo.
Chi si limita a fare proiezioni lineari sui dati riguardanti gli infettati, i morti e i guariti, vi sta prendendo per il culo.
Dati di fatto:
- in Italia ci sono 5.090 posti di terapia intensiva (quella in cui vengono ricoverati gli infetti che non sono più in grado di sostenere autonomamente la funzione respiratoria), 3.000 posti in pneumologia, 3.000 in malattia infettive, posti che si cercherà di raddoppiare nei prossimi giorni
https://www.ilsole24ore.com/art/nascono-ospedali-covid-2019-piu-letti-terapie-intensiva-e-medici-altre-regioni-AD8FCu
- normalmente, ovvero quando non ci sono epidemie in corso, la capacità residua del sistema sanitario è pari a circa il 40% della disponibilità totale, quindi 4.500 posti letto su 11.000;
- sono già state indicazioni ai rianimatori ed anestesisti sulle priorità da assegnare ai pazienti nel caso in cui le risorse disponibili fossero in esaurimento, con l'ovvia scelta di concentrare gli sforzi sui pazienti che oggettivamente sono in grado di superare la malattia
https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_07/coronavirus-regole-rianimatori-anestesisti-l-emergenza-df6d0406-609d-11ea-8d61-438e0a276fc4.shtml
- altri quotidiani ne parlano con toni volutamente scandalizzati, ma si tratta di routine nella gestione delle emergenze
https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/coronavirus_terapia_intensiva_ipotesi_choc_scelta_eta-5097467.html
- ad oggi il "sistema" regge, ma è ovviamente un problema di numeri. Più crescerà il numero di infettati più crescerà il numero di persone che avranno bisogno di entrare in terapia intensiva. Quindi non è un problema di percentuali, ma di valori assoluti.
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_02/coronavirus-la-rete-terapie-intensive-reggera-l-impatto-40f79cca-5ca9-11ea-9c1d-20936483b2e0.shtml
- il decreto che prevede l'assunzione di 20.000 tra medici, infermieri ed operatori è un altro segnale preciso circa le prospettive future, perché da un lato le assunzioni serviranno a potenziare il numero di pazienti che sarà possibile assistere, dall'altra dovrà tamponare le defezioni obbligate causate dal personale medico che inevitabilemnte verrà infettato e dovrà andare in quarantena o in terapia (il 6 marzo il numero di sanitari positivi o in quarantena era di 200/250 persone);
- oltre al personale si guarda ovviamente alle strutture in cui ospitare i pazienti, prevedendo la possibilità di requisire alberghi, materiale sanitario;
- parallelamente, ma si tratta di un provvedimento parziale e temporaneo, vengono spostati i pazienti in terapia intensiva ma non affetti da coronavirus in altre regioni
https://www.ilsole24ore.com/art/nascono-ospedali-covid-2019-piu-letti-terapie-intensiva-e-medici-altre-regioni-AD8FCu
- per altro, oltre ai medici ed alle strutture, è stato avviato l'iter per acquistare i macchinari necessari a sostenere le terapie
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/03/08/news/coronavirus_maxicontratto_per_produrre_500_ventilatori_polmonari_al_mese-250622720/?ref=RHPPTP-BH-I250631242-C12-P7-S2.3-T1
- per finire, qualche medico inizia a raccontare le cose senza filtri, facendoci capire cosa ci aspetta
https://www.huffingtonpost.it/entry/rabbrividisco-per-chi-ignora-le-raccomandazioni-la-guerra-e-esplosa-il-post-del-medico-su-fb_it_5e64b61ac5b6055728064137?utm_hp_ref=it-homepage
- le zone rosse sono diventate regioni arancioni e si è passati da una manciata di comuni ad una regione intera più diverse provincie di altre quattro regioni, per più di 16 milioni di italiani coinvolti.
- il numero di contagiati è in aumento;
- non esiste un vaccino, non esistono cure, l'unica terapia è il sostegno delle attività vitali.
Tutto questo cosa significa?
Essenzialmente che la narrativa per cui questo virus era poco più di una normale influenza (chi si ricorda le affermazioni per cui dovremmo preoccuparci di più dell'influenza stagionale, dei fulmini, del fumo o altre amenità del genere?) si è rivelata per quello che era, ovvero un patetico tentativo di tranquillizzare le persone, funzionale nel momento in cui è stata utilizzata, ma ormai superata.
Allo stesso modo il giochino per cui si ragiona di percentuali è ormai alla corda, perché quello che si deve valutare è l'impatto del numero di contagiati che richiedono assistenza ospedaliera sul sistema sanitario: è inutile dire che "solo" il 10% dei contagiati necessita di un ricovero in terapia intensiva senza specificare che se ad oggi stiamo parlando di 462 pazienti, domani potrebbero molti di più, perché i casi accertati sono solo 4.600 e siamo ben lontani dal picco.
Ora, alla luce di tutte queste informazioni, a che serve prendere provvedimenti parziali e/o limitati a poche zone geografiche?
Per evitare il collasso del sistema sanitario ed un numero di decessi elevato è necessario fare di tutto per limitare al massimo la diffusione del coronavirus, imponendo da subito un regime di quarantena obbligatorio esteso a tutta la nazione.
Non si vuole fare subito? Ci si arriverà per forza, man mano che aumenteranno i casi positivi. Forse sarebbe il caso di anticipare il momento in cui le decisioni dovranno essere prese in emergenza, perché le possibilità di far scoppiare il panico sarebbero veramente alte.
Mala Tempora Currunt
Ipocrisie, malfunzionamenti e difetti del mondo in cui viviamo.
Disclaimer: potrei non essere più d'accordo con parole e pensieri da me espressi prima di oggi.
domenica 8 marzo 2020
giovedì 27 febbraio 2020
La competenza che non ti aspetti
E poi, inaspettatamente, riesci a leggere un articolo che espone le cose in modo ragionevole ed accurato.
Incredibile.
Incredibile.
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Strumenti elementari di difesa
Tenete sempre presente che quando qualcuno cerca di convincervi di qualcosa usando le percentuali sta cercando di fregarvi.
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mercoledì 26 febbraio 2020
La bizzarria delle statistiche quando si tralascia l'importanza dei valori assoluti
Un'altra cosa che mi affascina, leggendo i giornali, è la solerzia con cui adesso, ad allarme sfociato nel panico, si cerca in tutti i modi di convincere la gente che il coronavirus non sia così letale come è stato ipotizzato all'inizio dell'epidemia in Cina.
Però i numeri, bizzarramente, si prestano sempre a più di una interpretazione, e anche nel caso in cui vengano usati per dimostrare che il virus non è letale, possono magicamente dimostrare anche il contrario.
Ad esempio qui si dice che:
- il 95% dei malati guarisce
- il tasso di mortalità in Cina è del 2,1% e nel mondo dello 0,16%
- l'80% dei contagiati ha sintomi così leggeri che neppure si accorge di essere stato contagiato.
Partendo da questi dati possiamo osservare che:
- se il 25% degli italiani venisse contagiato avremmo 14.000.000 di contagiati;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 2.800.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 58.800 decessi (per dire, sono tutti gli abitanti di Savona o di Matera);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 4.480 decessi.
Possiamo anche diminuire di molto il numero di contagiati:
- se il 10% degli italiani venisse contagiato avremmo 5.600.000 persone contagiate;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 1.120.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 23.520 decessi (Ivrea o Frascati);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 1.792 decessi.
Ora, questi numeri possono anche essere rassicuranti, ma fanno capire che anche una percentuale alta (il 95%), se applicata ad un numero altrettanto alto (56.000.000 di abitanti) lascia fuori 2.800.000 persone, che poche non sono.
Perché quello che ancora non ho letto da nessuna parte è che ha poca importanza il numero dei contagiati con sintomi rilevanti, ha poca importanza il numero di decessi, mentre ha un'importanza FONDAMENTALE sapere quante persone vengono contagiate e non sviluppano la malattia, e quanto è diffuso, in questo momento il virus in Italia.
Due risposte che, ad oggi e forse mai, nessuno conosce.
P.S.: dite a Luna che ad oggi, in Italia, i decessi sono 12 su 374 casi, per una percentuale del 3,20%. Se i 374 infetti fossero il 20% del totale, ci sarebbero 1.870 infetti. 374 decessi su 1.870 casi fa lo 0,61%. Chissà da dove viene lo 0,16% di cui parla nel suo articolo. E una mortalità dello 0,61% su 1.120.000 infetti darebbe 7.187 vittime. A me continuano a non sembrare numeri tranquillizzanti.
Però i numeri, bizzarramente, si prestano sempre a più di una interpretazione, e anche nel caso in cui vengano usati per dimostrare che il virus non è letale, possono magicamente dimostrare anche il contrario.
Ad esempio qui si dice che:
- il 95% dei malati guarisce
- il tasso di mortalità in Cina è del 2,1% e nel mondo dello 0,16%
- l'80% dei contagiati ha sintomi così leggeri che neppure si accorge di essere stato contagiato.
Partendo da questi dati possiamo osservare che:
- se il 25% degli italiani venisse contagiato avremmo 14.000.000 di contagiati;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 2.800.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 58.800 decessi (per dire, sono tutti gli abitanti di Savona o di Matera);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 4.480 decessi.
Possiamo anche diminuire di molto il numero di contagiati:
- se il 10% degli italiani venisse contagiato avremmo 5.600.000 persone contagiate;
- se l'80% dei contagiati avesse sintomi troppo leggeri da rilevare, avremmo 1.120.000 pazienti con sintomi "non leggeri";
- se il tasso di mortalità fosse del 2,1% avremmo 23.520 decessi (Ivrea o Frascati);
- se il tasso di mortalità fosse solo dello 0,16% avremmo comunque sia 1.792 decessi.
Ora, questi numeri possono anche essere rassicuranti, ma fanno capire che anche una percentuale alta (il 95%), se applicata ad un numero altrettanto alto (56.000.000 di abitanti) lascia fuori 2.800.000 persone, che poche non sono.
Perché quello che ancora non ho letto da nessuna parte è che ha poca importanza il numero dei contagiati con sintomi rilevanti, ha poca importanza il numero di decessi, mentre ha un'importanza FONDAMENTALE sapere quante persone vengono contagiate e non sviluppano la malattia, e quanto è diffuso, in questo momento il virus in Italia.
Due risposte che, ad oggi e forse mai, nessuno conosce.
P.S.: dite a Luna che ad oggi, in Italia, i decessi sono 12 su 374 casi, per una percentuale del 3,20%. Se i 374 infetti fossero il 20% del totale, ci sarebbero 1.870 infetti. 374 decessi su 1.870 casi fa lo 0,61%. Chissà da dove viene lo 0,16% di cui parla nel suo articolo. E una mortalità dello 0,61% su 1.120.000 infetti darebbe 7.187 vittime. A me continuano a non sembrare numeri tranquillizzanti.
Sfumature di virus
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto malattie infettive Spallanzani, ne fa una questione semantica: "In Italia morti 'con' il virus non 'per' il virus". Sostiene cioè che "Fino ad oggi i decessi in Italia riguardano persone morte 'con' il coronavirus e non 'per' il coronavirus, non possiamo dimenticare la storia sanitaria pregressa delle vittime. Il Coronavirus ha aggravato condizioni preesistenti".
A me questi tentativi di arrampicata libera sugli specchi hanno sempre affascinato.
E' come dire che se un ascensore si blocca perché è stato superato il massimo del peso che può trasportare la colpa non è dell'ultimo tizio che è salito, ma di tutti quelli che sono saliti quando l'ascensore era vuoto.
Dimenticando che se il coronavirus non si fosse aggiunto alle altre patologie probabilmente quei morti sarebbero ancora vivi.
A me questi tentativi di arrampicata libera sugli specchi hanno sempre affascinato.
E' come dire che se un ascensore si blocca perché è stato superato il massimo del peso che può trasportare la colpa non è dell'ultimo tizio che è salito, ma di tutti quelli che sono saliti quando l'ascensore era vuoto.
Dimenticando che se il coronavirus non si fosse aggiunto alle altre patologie probabilmente quei morti sarebbero ancora vivi.
lunedì 24 febbraio 2020
Numeri ed opinioni
Normalmente ho un atteggiamento agnostico verso qualsiasi argomento, fanno eccezione alcuni interessi personali specifici che però non credo possano alterare il giudizio complessivo: voglio dire, il fatto che io sia appassionato di fantascienza, del cinema di Kubrick e di cucina è irrilevante, dovendo parlare dell'epidemia di paura che sta montando in Italia.
I numeri dovrebbero essere uno degli alleati migliori per analizzare un fenomeno senza lasciarsi condizionare dall'emotività, anche se sappiamo bene che la scelta dei numeri da cui partire per l'analisi può condizionare in modo decisivo le conclusioni dell'analisi stessa.
Prendiamo ad esempio i dati forniti dal Ministero della Salute sul virus "2019- nCoV". Al 23/2, a livello globale, il numero di morti è di 2.461 e quello dei casi confermati è di 78.764. La percentuale di decessi è del 3,12%. In Cina i morti sono 2.445 su 77.041 casi, ovvero il 3,17%. Nel resto del mondo si contano 16 morti su 1.723 casi confermati, quindi meno dell'1% di mortalità. Qui http://who.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/c88e37cfc43b4ed3baf977d77e4a0667 con dati più aggiornati, i decessi sono 2.618 su 79.336 casi, il 3,29%. SARS nel 2003 fece 801 morti su 8.465 casi segnalati nel mondo: https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/map2003_04_09.jpg quindi il 9,46%. Il contenimento avvenne in pochi mesi, compresi tra il 13/03/2003 (data in cui venne ufficialmente dichiarata l'epidemia) ed il 05/07/2003 (data in cui l'OMS dichiarò l'epidemia contenuta in ogni parte del mondo https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/polm-atip). MERS-CoV fece 624 vittime su 1.616 casi accertati, il 38,61%: https://www.epicentro.iss.it/infettive/Coronavirus2013
I numeri sembrano indicare, di conseguenza, una minor letalità di "2019 - nCoV" rispetto a SARS e MERS. Questo significa che possiamo preoccuparci di meno? Probabilmente no, visto che il numero di decessi totali per "2019 - nCoV" è già oggi più del triplo di SARS, mentre il numero di casi accertati è dieci volte più grande. Evidentemente le misure di contenimento adotatte con SARS furono più efficaci o il virus era meno capace di infettare le persone, per cui i numeri rimasero tutto sommato bassi.
Veniamo al confronto con l'influenza stagionale. Nel 2019 i casi accertati furono 8.104.000 solo in Italia, certamente sottostimati a causa dei sintomi confusi con altre malattie virali e alla scarsa necessità di assistenza medica. Il numero di morti diretti causate è nell'ordine di 300-400 persone. Un tasso di mortalità pari allo 0,005%. Se si allarga l'esame alle morti dovute a complicanze causate dai virus influenzali (tra i 4.000 e i 10.000 decessi annui stimati) il tasso di mortalità sale allo 0,12%. Ventisette volte più basso di "2019 - nCoV": https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-02-20/coronavirus-influenza-stagionale-7136419/
Il problema di "2019 - nCoV", quindi, è da una parte una mortalità più alta dell'influenza stagionale, dall'altra la mancanza di strumenti efficaci per contrastarlo. Anche volendo ampliare il numero di contagiati (per comprendere chi ha accusato solo sintomi lievi e non ha avuto la necessità di rivolgersi ad un medico o ad un ospedale) riducendo così la percentuale dei decessi, non cambia un dato di fatto: "2019 - nCoV" è in grado di infettare un numero di persone più alto rispetto all'influenza stagionale (perché non esistono vaccini e perché il virus è nuovo, quindi nessuna persona contagiabile possiede gli anticorpi necessari ad impedire l'infezione) per cui, se non verrà contenuto in tempi relativamente rapidi, causerà un numero di morti sicuramente superiore all'influenza stagionale.
Se anche la mortalità di "2019 - nCoV" fosse al massimo pari a quella dell'influenza stagionale avremmo tra i 4.000 e i 10.000 decessi in più rispetto alla "normalità", cosa che non mi sembra affatto il caso di minimizzare.
Affermare che l'influenza fa molti più morti è vero, se si ragiona oggi sul numero assoluto di persone decedute. Ma è una cretinata assoluta se non si considera il fatto che il numero di casi accertati di "2019 - nCoV" è ridicolmente più basso, per cui bisognerà vedere quanti saranno i morti se il virus arriverà ad infettare 8 milioni di persone (spoiler: il 2% di 8.000.000 è 160.000, quindi tra QUARANTA e SEDICI volte più grande).
Un altro paragone interessante può essere quello con l'alcol. In Italia si stimano 33,6 milioni di consumatori (il 60% degli abitanti circa) per una media di 43.500 decessi annui causati direttamente o indirettamente dall'uso di alcol. La percentuale di decessi è 0,13%, pari a quella dell'influenza stagionale, ma il numero totale è da quattro a dieci volte più grande: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=66797
Il fumo (https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_settembre_16/italia-fumo-causa-83mila-decessi-l-anno-prima-causa-morte-6c387a82-5c5c-11e5-83f0-40cbe9ec401d.shtml) dovrebbe essere responsabile di 83.000 decessi annui su 10,3 milioni di fumatori, per una percentuale di decessi pari allo 0,8%, quindi sei volte più grande di quella dell'influenza stagionale o dell'alcol.
Le classifiche di pericolosità per l'Italia, quindi, sono: in termini di numero di morti assoluti 83.000 fumo 43.500 alcol 4-10.000 influenza stagionale 4 "2019 - nCoV"
In termini di percentuali: 2,68% "2019 - nCoV" 0,8% fumo 0,13% alcol 0,12% influenza stagionale
Per dirla in altri termini: se "2019 - nCoV" infettasse un numero di persone pari ai consumatori di alcol causerebbe 900.000 decessi contro i 43.500 dell'alcol. Ecco, forse in questo modo si riesce a capire la differenza di pericolosità di "2019 - nCoV".
Ad oggi il numero di decessi è basso perché è basso il numero di contagiati, non perché "2019 - nCoV" è meno letale dell'influenza stagionale.
I numeri dovrebbero essere uno degli alleati migliori per analizzare un fenomeno senza lasciarsi condizionare dall'emotività, anche se sappiamo bene che la scelta dei numeri da cui partire per l'analisi può condizionare in modo decisivo le conclusioni dell'analisi stessa.
Prendiamo ad esempio i dati forniti dal Ministero della Salute sul virus "2019- nCoV". Al 23/2, a livello globale, il numero di morti è di 2.461 e quello dei casi confermati è di 78.764. La percentuale di decessi è del 3,12%. In Cina i morti sono 2.445 su 77.041 casi, ovvero il 3,17%. Nel resto del mondo si contano 16 morti su 1.723 casi confermati, quindi meno dell'1% di mortalità. Qui http://who.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/c88e37cfc43b4ed3baf977d77e4a0667 con dati più aggiornati, i decessi sono 2.618 su 79.336 casi, il 3,29%. SARS nel 2003 fece 801 morti su 8.465 casi segnalati nel mondo: https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/map2003_04_09.jpg quindi il 9,46%. Il contenimento avvenne in pochi mesi, compresi tra il 13/03/2003 (data in cui venne ufficialmente dichiarata l'epidemia) ed il 05/07/2003 (data in cui l'OMS dichiarò l'epidemia contenuta in ogni parte del mondo https://www.epicentro.iss.it/focus/sars/polm-atip). MERS-CoV fece 624 vittime su 1.616 casi accertati, il 38,61%: https://www.epicentro.iss.it/infettive/Coronavirus2013
I numeri sembrano indicare, di conseguenza, una minor letalità di "2019 - nCoV" rispetto a SARS e MERS. Questo significa che possiamo preoccuparci di meno? Probabilmente no, visto che il numero di decessi totali per "2019 - nCoV" è già oggi più del triplo di SARS, mentre il numero di casi accertati è dieci volte più grande. Evidentemente le misure di contenimento adotatte con SARS furono più efficaci o il virus era meno capace di infettare le persone, per cui i numeri rimasero tutto sommato bassi.
Veniamo al confronto con l'influenza stagionale. Nel 2019 i casi accertati furono 8.104.000 solo in Italia, certamente sottostimati a causa dei sintomi confusi con altre malattie virali e alla scarsa necessità di assistenza medica. Il numero di morti diretti causate è nell'ordine di 300-400 persone. Un tasso di mortalità pari allo 0,005%. Se si allarga l'esame alle morti dovute a complicanze causate dai virus influenzali (tra i 4.000 e i 10.000 decessi annui stimati) il tasso di mortalità sale allo 0,12%. Ventisette volte più basso di "2019 - nCoV": https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-02-20/coronavirus-influenza-stagionale-7136419/
Il problema di "2019 - nCoV", quindi, è da una parte una mortalità più alta dell'influenza stagionale, dall'altra la mancanza di strumenti efficaci per contrastarlo. Anche volendo ampliare il numero di contagiati (per comprendere chi ha accusato solo sintomi lievi e non ha avuto la necessità di rivolgersi ad un medico o ad un ospedale) riducendo così la percentuale dei decessi, non cambia un dato di fatto: "2019 - nCoV" è in grado di infettare un numero di persone più alto rispetto all'influenza stagionale (perché non esistono vaccini e perché il virus è nuovo, quindi nessuna persona contagiabile possiede gli anticorpi necessari ad impedire l'infezione) per cui, se non verrà contenuto in tempi relativamente rapidi, causerà un numero di morti sicuramente superiore all'influenza stagionale.
Se anche la mortalità di "2019 - nCoV" fosse al massimo pari a quella dell'influenza stagionale avremmo tra i 4.000 e i 10.000 decessi in più rispetto alla "normalità", cosa che non mi sembra affatto il caso di minimizzare.
Affermare che l'influenza fa molti più morti è vero, se si ragiona oggi sul numero assoluto di persone decedute. Ma è una cretinata assoluta se non si considera il fatto che il numero di casi accertati di "2019 - nCoV" è ridicolmente più basso, per cui bisognerà vedere quanti saranno i morti se il virus arriverà ad infettare 8 milioni di persone (spoiler: il 2% di 8.000.000 è 160.000, quindi tra QUARANTA e SEDICI volte più grande).
Un altro paragone interessante può essere quello con l'alcol. In Italia si stimano 33,6 milioni di consumatori (il 60% degli abitanti circa) per una media di 43.500 decessi annui causati direttamente o indirettamente dall'uso di alcol. La percentuale di decessi è 0,13%, pari a quella dell'influenza stagionale, ma il numero totale è da quattro a dieci volte più grande: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=66797
Il fumo (https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_settembre_16/italia-fumo-causa-83mila-decessi-l-anno-prima-causa-morte-6c387a82-5c5c-11e5-83f0-40cbe9ec401d.shtml) dovrebbe essere responsabile di 83.000 decessi annui su 10,3 milioni di fumatori, per una percentuale di decessi pari allo 0,8%, quindi sei volte più grande di quella dell'influenza stagionale o dell'alcol.
Le classifiche di pericolosità per l'Italia, quindi, sono: in termini di numero di morti assoluti 83.000 fumo 43.500 alcol 4-10.000 influenza stagionale 4 "2019 - nCoV"
In termini di percentuali: 2,68% "2019 - nCoV" 0,8% fumo 0,13% alcol 0,12% influenza stagionale
Per dirla in altri termini: se "2019 - nCoV" infettasse un numero di persone pari ai consumatori di alcol causerebbe 900.000 decessi contro i 43.500 dell'alcol. Ecco, forse in questo modo si riesce a capire la differenza di pericolosità di "2019 - nCoV".
Ad oggi il numero di decessi è basso perché è basso il numero di contagiati, non perché "2019 - nCoV" è meno letale dell'influenza stagionale.
mercoledì 19 febbraio 2020
Testa di Brexit
Che la Brexit fosse una puttanata era abbastanza ovvio, visti i personaggi in gioco. Ma dubitavo che si potesse arrivare a queste ineguagliabili vette di stupidità: secondo questi geni è necessario evitare che in Gran Bretagna entrino lavoratori poco qualificati, mal pagati e che non conoscono l'inglese. Quindi, porte aperte solo a chi ha una proposta per un lavoro qualificato, con uno stipendio adeguato, e che conosca bene la lingua inglese. Insomma, stanno dichiarando in modo esplicito che tutti i lavori di basso livello devono rimanere saldamente in mano ai sudditi della Regina.
Gli stranieri che potranno andare a lavorare in Gran Bretagna saranno solo quelli in grado di fare carriera, lasciando i posti peggiori ai nativi britannici. Se le leggi a tutela del Regno Unito saranno tutte di questo tenore ci sarà da ridere.
Gli stranieri che potranno andare a lavorare in Gran Bretagna saranno solo quelli in grado di fare carriera, lasciando i posti peggiori ai nativi britannici. Se le leggi a tutela del Regno Unito saranno tutte di questo tenore ci sarà da ridere.
mercoledì 12 febbraio 2020
Gli "atti gravissimi"
Le comiche: un'azienda che è in passivo per 380ml e decide di avviare la procedura di liquidazione commette, secondo l'ineffabile ministro dei trasporti italiano, un "atto gravissimo".
Chissà, magari i bilanci di questa azienda erano segreti.
Chissà, magari era preferibile che continuasse a sperperare soldi.
Chissà, magari era meglio arrivare ad un deficit tale da rendere necessario l'intervento del Governo.
Invece questi, responsabilmente, decidono di liquidare l'azienda. Abominio.
Chissà, magari i bilanci di questa azienda erano segreti.
Chissà, magari era preferibile che continuasse a sperperare soldi.
Chissà, magari era meglio arrivare ad un deficit tale da rendere necessario l'intervento del Governo.
Invece questi, responsabilmente, decidono di liquidare l'azienda. Abominio.
Quando il senso del ridicolo è azzerato
Questo incapace parla di "difesa dei confini", riuscendo ad insultare con tre parole nell'ordine:
- chi ha veramente "difeso" i confini, al prezzo della vita;
- chi cerca scampo da guerre, regimi totalitari, povertà, fame;
- chi cerca di salvare gente che attraversando il Mediterraneo con mezzi di fortuna mette a rischio la sua vita;
- l'intelligenza di chi legge queste stronzate;
- il luogo in cui pronuncia un discorso pieno di falsità;
- le istituzioni.
Ma poi me lo vedo, lo sprezzante capitano de 'sto cazzo, difendere il suolo natio da orde di bambini denutriti, stanchi ed impauriti.
- chi ha veramente "difeso" i confini, al prezzo della vita;
- chi cerca scampo da guerre, regimi totalitari, povertà, fame;
- chi cerca di salvare gente che attraversando il Mediterraneo con mezzi di fortuna mette a rischio la sua vita;
- l'intelligenza di chi legge queste stronzate;
- il luogo in cui pronuncia un discorso pieno di falsità;
- le istituzioni.
Ma poi me lo vedo, lo sprezzante capitano de 'sto cazzo, difendere il suolo natio da orde di bambini denutriti, stanchi ed impauriti.
venerdì 7 febbraio 2020
Sui prezzi dei libri
Il Senato ha approvato all'unanimità la legge sul sostegno alla lettura. Raramente l'unanimità ha fatto approvare provvedimenti utili, ed anche in questo caso le cose non sono andate in modo diverso. La cosa più curiosa è che il "sostegno alla lettura" si vorrebbe ottenere con la riduzione degli sconti massimi possibili sul prezzo dei libri. Quindi facendo pagare di più i libri si sostiene la lettura. Mi chiedo il motivo per cui non si impone un prezzo minimo di 50€ a libro, indipendentemente da qualsiasi altro parametro.
Questo provvedimento dimostra, se mai fosse ancora necessario, che nel 2020 editori e legislatori non hanno ancora capito il motivo per cui Amazon prospera e continuerà a prosperare.
Ma ci sono ampi margini per peggiorare le cose.
Questo provvedimento dimostra, se mai fosse ancora necessario, che nel 2020 editori e legislatori non hanno ancora capito il motivo per cui Amazon prospera e continuerà a prosperare.
Ma ci sono ampi margini per peggiorare le cose.
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